martedì 17 settembre 2013

Volontariato in Brasile: scoprire il dono dell'amore

Qualche giorno fa ho avuto il piacere di incontrare una ragazza mirabellese che mi ha raccontato la sua interessante esperienza di volontariato all'estero.

Giulia Marino, 17 anni (figlia dell'ing. Marino e della prof.ssa Naso), dal 2 luglio al 22 agosto è stata ospite dell'associazione 'San Giacomo Maggiore' (www.saotiagomaior.com) nella periferia di Porto Velho, città brasiliana di 500.000 persone capitale dello stato di Rondonia (al confine con la Bolivia), luogo dove hanno lasciato il cuore padre Alfredo Barbuscia e padre Emilio La Noce.

Saotiago Maior è un'associazione fondata 24 anni fa dal missionario calatino padre Enzo Mangano ed è un punto di riferimento della zona per l'educazione e l'assistenza legale e sanitaria, con una chiesa, una scuola per i bambini (ben 900 - età 6-11 anni) e una scuola d'arte ceramica per i ragazzi più grandi.

La mattina Giulia insegnava inglese ai bambini attraverso giochi e animazione con lo sport (imparando allo stesso tempo il portoghese), mentre il pomeriggio, alla fine della scuola con i bimbi più piccoli, frequentava la scuola d'arte, realizzando dei presepi.

Della comunità erano ospiti 3 ceramisti calatini che hanno tenuto un corso di ceramica e una mostra con cui hanno venduto molti oggetti per beneficenza (vasi e lavori in vetro, tra cui una grande scultura realizzata dall'artista Santo Paolo Guccione che simboleggiava l'associazione attraverso la rappresentazione di una donna che abbraccia un bambino).

Durante il suo soggiorno Giulia non ha incontrato altri volontari e non c'erano suoi coetanei ma ha stretto rapporti di amicizia con giovani di 25 anni (nell'associazione ci sono giovani ventenni che lavorano sia nello staff che come ceramisti).

Per Giulia le difficoltà sono state diverse (in primo luogo la lingua, il caldo umido con molte zanzare e insetti e le docce non adeguate) ma si è adattata subito senza problemi, anche se l'alimentazione era naturalmente diversa dalla nostra (molto riso, fagioli, zuppa e pasta quando la governante poteva farla).

La città presenta aspetti problematici, numerose baracche circondano la periferia, con tanti orfani e molti bambini che vivono con nonni e zii in un contesto di povertà diffusa ma sempre col sorriso e la voglia di giocare (Giulia ne ricorda due in particolare che chiedevano spesso da mangiare).

Appena arrivata Giulia ha assistito alla chiusura dell'anno scolastico a cui è seguita la festa annuale del folklore durata 10 giorni, dove i bambini si esibiscono in balli tradizionali e vengono preparati i dolci tipici; qualche volta è uscita con alcuni locali e ha potuto fare anche una gita di 3 giorni recandosi in visita a una città boliviana al confine.

Come si vive in Brasile ?

"Nel paese sudamericano la dimensione dello spazio è differente per la vastita degli spazi e i ragazzi già a 16 anni si sposano andando via da casa per convivere insieme. C'è la possibilità di trovare un lavoro senza problemi e la chiesa aiuta le persone in difficolta (in parte anche grazie al supporto economico dello Stato che destina i proventi delle multe alle associazioni onlus a fine benefico). Certo, uno stipendio medio è molto più basso rispetto a quanto si guadagna in Italia, alcune cose costano tanto (la benzina ad esempio) e per arrotondare le persone fanno più lavori (un ceramista locale era anche tassista o barman). Le messe sono espressione di grande gioia con musica e canti e il segno della pace è caratterizzato da un abbraccio. I brasiliani apprezzano il valore italiano della famiglia e molti desiderano visitare l'Italia, sognano di andare a Roma per vedere il Papa e pensano al nostro benessere".

Da dove nasce il tuo interesse per il volontariato internazionale ?

"Dopo alcuni viaggi scolastici in Europa (vacanze studio) ho sentito l'esigenza di fare un'esperienza diversa; volendo diventare un medico, avevo pensato a un viaggio in Africa ma genitori e amici non erano d'accordo e così, dopo un'insistenza durata un anno e con il raggiugimento di ottimi risultati a scuola, i miei genitori mi hanno regalato questo viaggio. Prima di partire è stata effettuata una raccolta fondi grazie a padre Angelo Geraci e con i 250 euro raccolti è stato acquistato un condizionatore. Ringrazio il presidente dell'Avis Giacomo Gentile che mi ha dato tante penne, cappellini e altri gadget per i bimbi brasiliani che sono stati molto contenti di ricevere questi piccoli doni".

Cosa ti ha colpito durante questa tua esperienza ?

"Ho imparato ad amare le persone e, sorridendo nelle difficolta, ho conosciuto meglio me stessa e sono cambiata molto: la bellezza dell'amore risiede nella condivisione. Il mio messaggio è cercare di capire quali sono le vere priorità della vità, ciò che realmente conta.
Madre Teresa di Calcutta dice che 'Bisogna vivere la vita per lasciare un segno, per fare qualcosa di bello'. Se non si impara a condividere si resta sempre soli, non solo il denaro ma anche gioie e dolori...l'amore senza condivisione non ha senso. Se altri avessero l'opportunità di fare un'esperienza come la mia sono sicura che, al loro ritorno, si potrebbe cambiare qualcosa anche qui".

Il nostro mondo è diverso ma in negativo, perchè non riusciamo a cambiare le cose anche a Mirabella ?

"Tutte le famiglie, pur nella povertà, donano sempre qualcosa perchè esiste un forte senso della comunità, dell'amore, dello stare insieme, valori che purtroppo sono spariti a Mirabella.
La nostra è una società dell'apparenza, la loro è la società dell'essenza. Noi siamo egoisti e ci si annoia facilmente mentre in Brasile, pur non conoscendo playstation, cellulari, pc e internet, i bambini giocano in mezzo alla strada (sabbia e terra) e sorridono...c'è chiusura mentale a Mirabella perchè si è troppo legati alle comodità e non si esce da casa per conoscere il mondo".

Cosa rimane di questo viaggio ?

"Ho vissuto molti momenti di incontri e feste dove ho visto la voglia di stare insieme, di fare qualcosa per gli altri...sento il desiderio di ritornare in Brasile, perchè condividendo si cresce insieme e questo dà una grande gioia. I poveri ti insegnano a donare, a fare un minimo per gli altri e un viaggio così cambia il modo di pensare, di vivere la vita normalmente. In Brasile servono tanti medici e spero di ritornarvi nel prossimo futuro per dare il mio contributo".

intervista a Giulia Marino

1 commento:

  1. Padre Enzo Mangano, é uma pessoa que onde chega traz alegria e motivação a todos! Parabéns!

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